La discarica come un ponte verso l’economia circolare

In una concezione ormai superata, le discariche, fino a non molto tempo fa, erano basate su un vecchio modello per cui rappresentavano il punto di arrivo di un dato prodotto o materiale.

Oggi invece non esiste più la concezione del “tutto in discarica”, anzi, basando la gestione dei rifiuti sulle “quattro R” (riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero), le discariche possono rappresentare un ponte per l’economia circolare.

Ferro e Metalli SNC, guidata da Roberto Traldi, è infatti un valido esempio di tale economia: non solo recupera i materiali ferrosi, ma ridà nuova vita a prodotti come l’acciaio – che ricicla in grandi quantità – in modo da venire continuamente trasformato.

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che esalta pratiche come il riuso e il riciclo di prodotti e materiali. Così facendo allunga il ciclo di vita dei prodotti e agisce direttamente sulla riduzione dei rifiuti contrastando fenomeni come l’obsolescenza programmata dei prodotti. Concepire una discarica di questo tipo è sicuramente il modo più all’avanguardia e funzionale per parlare di rifiuti oggi, con un occhio importane alla questione ambientale.

L’Unione Europea si è posta grandi obiettivi in temi di riciclo, infatti questi, recepiti nell’ordinamento italiano attraverso il d.lgs 116/2020, in attuazione della direttiva (UE) 2018/851, prevedono per il 2025 il 55% di riciclo dei rifiuti urbani e entro il 2035 solamente il 10% dei rifiuti urbani potrà essere smaltito in discarica.

Più riciclaggio e meno smaltimento in discarica non significa che le discariche tenderanno a sparire del tutto, ma avranno un ruolo nettamente decisivo nel panorama futuro di tutela dell’ambiente:

Viene rilevato infatti che con l’ampliamento della definizione di rifiuto urbano novellata dal d.lgs 116/220, in attuazione della direttiva (UE) 2018/851 (sulla gestione dei rifiuti), l’aspettativa di riciclo di rifiuti urbani è cresciuta notevolmente rispetto alla disciplina previgente.

In Italia, il recepimento delle direttive europee sull’economia circolare prevede, oltre al decreto legislativo 116/2020 citato, anche il d.lgs. 118/2020 relativo ai rifiuti di pile, accumulatori e Raee (che aggiorna il D.lgs 49/2014 e il d.lgs 188/2008), il d.lgs 119/2020 relativo ai veicoli fuori uso (che aggiorna il D.lgs 209/2003), e il d.lgs. 121/2020 relativo alle discariche (che aggiorna il d.lgs 36/2003).

Migliorare la gestione dei rifiuti può portare dunque benefici all’ambiente, al clima e alla salute.

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030.

Ci troviamo sempre più di fronte a un aumento della domanda di materie prime e allo stesso tempo a una scarsità delle risorse: molte delle materie prime e delle risorse essenziali per l’economia sono limitate, ma la popolazione mondiale continua a crescere e di conseguenza aumenta anche la richiesta di tali risorse finite. Questa è una delle questioni più urgenti in materia riciclo e le discariche che ridanno vita ai materiali possono dare un contributo più che decisivo a tale problematica. Seppure un tempo paradossale, oggi anche le discariche rappresentano delle realtà che mettono la questione ambientale al centro del discorso e del proprio business, mutando e adeguandosi alle esigenze del pianeta che deve essere salvaguardato.